Infinite Crisis Editoriale
Coming soon
Uh. Sì, è passato molto tempo dalla newsletter precedente. Sarò in grado di mantenere un minimo di regolarità in futuro? No.
Visto che ho il timore che nessuno di voi tre lettori giunga alla fine della newsletter, piazziamo subito la rubrica
ANTICIPAZIONI
Dal numero dell’11 agosto di SKORPIO, di Editoriale Aurea, usciranno i primi 4 episodi (di 8) di Mezzaluna, miniserie horror scritta col compare Francesco G. Lugli e disegnato da Elena Cesana. Il progetto in realtà è nato per essere sviluppato come film (e come film molto particolare), motivo per cui non mi vedrete promuovere questa incarnazione dell’IP. Ma appunto, lo trovate in edicola, sempre che qualcuno ci vada ancora (io quasi mai, per dire).
E ora cominciamo coi soliti deliri solipsisti(ci):
Editoria, nella stanza tua
Sono stato al Salone del Libro di Torino (per farvi capire quando ho iniziato a scrivere questa newsletter) e l’incontro (piacevolissimo) con lo staff di Audible mi conferma che ormai sempre un nerd (in particolare un lettore di fumetti) in ogni settore dell’entertainment. Mentirei se dicessi che non facilità i rapporti personali, perché si ha un argomento di cui parlare appassionatamente da subito. Se li fai pure, chef’s kiss.
Maaa… dato che sono il dottor Divago, parliamo di editoria, appunto: questo articolo su GamesRadar che dice che i fumetti sono diventati più un medium di scrittori che di artisti mi ha dato molto da pensare. In particolare quando leggo parecchi comicbooks americani e vedo che la qualità dello storytelling è… senza offesa (tanto non sto facendo nomi né citando titoli) penosa.
Da questo incontro ad ARF ho appreso diverse cose nuove su cui ragionavo da un po’, ma sentire cosa ne pensano i diretti interessati è stato (almeno per me) illuminante:
Highlight:
- Bonelli differenzia i prezzi in base alle vendite. Prima volta nella storia della casa editrice.
- dopo il cartone animato, le vendite di ZeroCalcare sono aumentate da un anno all'altro del 1041%. Non è un errore di battitura.
- alla domanda di Samuel Daveti del MeFu risponde un lucidissimo Michele Foschini, ribadendo un paio di cose molto giuste e legate ai malfunzionamenti del sistema italiano: l’impossibilità di fare scontistica quanto e quando si vuole (come dare torto all’affermazione che si fa per proteggere i piccoli editori, ma c’è un motivo se certi editori sono di nicchia), sul fatto che il sistema distributivo, sia basato su logiche antiche ma praticamente impossibili da smantellare. Spietata l’osservazione “Mi chiedo se tra due anni saremo ancora tutti qui."
Ma direi che la big news è Mondadori che compra il 51% di Star Comics: i libri non vendono, il mercato cresce solo grazie ai fumetti e i fumetti che vendono sono i manga. Possiamo girarci attorno quanto vogliamo, ma è così. Il più grande gruppo editoriale italiano entra dalla porta principale e mette a disposizione la sua potenza di fuoco distributiva, mentre il management di Star non cambia e resta in mano ai Bovini. Possibili ipotesi: ancora più manga nelle librerie (ma attenzione, se le Feltrinelli sono “agnostiche”, le Mondadori prediligeranno i titoli Star. Quindi Feltrinelli punterà più su titoli Panini ed Edizioni BD? Ma non potrà certo rinunciare a DragonBall, One Piece e Demon Slayer), i volumi italiani e USA a diffusione sempre più limitata nelle medesime, probabilmente con una scissione forte tra l’offerta di fumetterie (che appunto andranno su italiani e volumi USA sempre più costosi) e librerie (che finché durerà il boom del manga, lasceranno ad essi spazi sempre più ampi). Oh, tempi bui.
Nel frattempo, nell’audiovideo…
…BBC chiude due canali e licenzia mille persone per creare un servizio digital first: una mossa che farà sì che il servizio di BBC si sommi all’ambiente estremamente competitivo degli streamers? Formula AVOD o SVOD, quale sarà il modello di redditività giusto? Forse un misto? La news di per sé non sarebbe così esplosiva se non si trattasse di un servizio pubblico.
Ah, Guillermo Del Toro è preoccupato che il cinema contemporaneo sia “non sostenibile”, economicamente parlando. Uno dei corollari di questa nuova situazione è che alcuni film rischiano di scomparire per sempre, perché non ne esistono più copie. Cosa che trovo personalmente agghiacciante. Forse i futuri di tanti libri, film e fumetti in cui diverse tracce del nostro passato sono andate perdute non risultano più tanto distopici.
Trend(s)
Nel frattempo Marco Andreoletti comincia la rubrica #sofisticazionipopolari su Fumettologica e la sua analisi del webtoon di Batman ci fa chiedere anche che tipo di storie vogliono leggere i fruitori di fumetto nativo per cellulare e di un certo trend su narrazioni contemporanee basate su buoni sentimenti (aggiungo che l’esperimento di Star Trek - Strange New Worlds va in questa direzione). Come nota aggiuntiva: permette una riflessione anche sul fatto che i supereroi, con tutti i loro difetti, sono “gusci” talmente flessibili da potersi adattare a ogni genere e formato. Invece questi pezzi dedicati al fatto che la cultura pop sia morta e che il politicamente scorretto sia il nuovo mainstream (pensate a The Boys) mi hanno bloccato nella scrittura della newsletter a lungo perché soprattutto il secondo tema mi ha fatto riconsiderare profondamente alcune mie idee creative. Ne riparleremo, o forse no.
In questo periodo ho una delle mie classiche ossessioni di breve durata, e stavolta tocca ai loghi: sto pensando a un worldbuilding di cui siano parte integrante e anche fondante. Quindi scoprire che esiste una newsletter di Richard Baird dedicata ai loghi mi è sembrata una sincronicità interessante. Da un’intervista su Substack a Baird:
“What trends do you expect for logo design in the coming years?”
“A return to the modernist logo design principles of the past. Rationalized forms, a 1:1 proportionality suited to old material and new digital contexts, and a refocus on form over effect for maximum longevity.” Prendete nota.
Letture e visioni
Letture:
Aposimz di Tsutomu Nihei è terminato. Mentirei se dicessi che non mi ha deluso, anche se continuo a pensare che questa “Storia futura” (Aposimz veniva citato in Knights of Sidonia, controllate) che si basa visivamente sull’aggiornamento degli stilemi del tokusatsu (ah no? Cosa è il colpo della pistola di Killy in Blame! se non lo “Spacium Beam” di Ultraman a braccia incrociate che formano una croce - guarda caso la rigatura della canna della pistola di Killy? Perchè il protagonista di Biomega guida una moto come Kamen Rider? Perchè le “tute potenziate” di Aposimz sono tutte varianti di uniformi -again- di Kamen Rider? Change my mind) sia una dimostrazione di libertà creativa che in occidente levati. Comunque commovente.
Ho scoperto Cerebral Celestia, un’illustratrice e fumettista che viene dal mondo dell’arte per definire il cui lavoro ho dovuto coniare il termine “Abstract Porn” (poi gliel’ho regalato. Il termine, dico). Vi link al suo Insta, poi fate voi.
Ho terminato per la prima volta la lettura integrale del manga di Saint Seiya, sto quasi finendo la mia prima lettura assoluta di Sakigake!! Otoko Juku di Akira Miyashita (ne riparleremo) e Jojolion è finito. La somma di queste lettura provocherà in modo cogente una newsletter di riflessione sullo Shonen Jump dell’epoca d’oro e dell’attuale. Ma non a questo giro, che come sempre andiamo lunghi. TUTTAVIA visto che nel 2022 mi capita ancora di leggere che “Death Note si sarebbe dovuto concludere con la morte di L ma i capoccia di Shueisha hanno voluto che gli autori continuassero”, parte un mini-rant: no. No. NO. I capoccia di Shueisha non potevano fare altro. Death Note è uno shonen manga di Shonen Jump, e Shonen Jump ha un messaggio preciso e specifico che si ripete in tutti i suoi manga: l'amicizia del gruppo (anche piccolo, anche di due persone) vince contro il cattivo geniale super skillato. Se Oba non l'aveva capito/non lo sapeva/ha fatto il finto tonto/sperava di essere un'eccezione alla regola, errore suo. Shonen Jump non avrebbe MAI potuto pubblicare una serie col cattivo che vinceva: ma la novità di Death Note è stata proprio quella di rendere protagonista il cattivo (e non c'è dubbio che Kira sia cattivo.- Che non può vincere, appunto). Per creare una conclusione aderente alla linea editoriale era necessario N che con l'aiuto di Mello e "postumo" di L battesse Kira. E lo dice pure: "Da solo non ci sarei riuscito". Il gruppo di "amici" vince contro il cattivo geniale, appunto. Poi ribadisco: non piace? Legittimo. Ma Shonen Jump ha una precisissima linea editoriale a cui gli autori si adeguano e sanno di doversi adeguare? Sì. Date queste premesse, Death Note non poteva (again) concludersi con la vittoria del cattivo e questo era "l'unico" finale possibile. (Ho capito: non piace. Amen. Quando si scrive per un editore si scrive con delle regole, non "a sentimento". E che molta gente volesse vedere vincere un cattivo... beh, dice qualcosa di più sui lettori che sugli autori).
p. s. Platinum's End, degli stessi autori, finisce - nessuno spoiler - MALISSIMO, ma è pubblicato su una rivista come Jump Square dove si possono prendere strade diverse dalla tradizionalissima Shonen Jump.
Visioni:
Il miglior cartone animato a tecnica mista di cui non vi hanno parlato è “Don’t hug me I’m scared”, ed è anche la cosa migliore vista su qualunque device che abbia scoperto di recente. Inutile che vi dica che NON è da guardare coi vostri figli. Gli episodi durano da 3 minuti e mezzo col finale di 8. Commenti assolutamente ridondanti, parte in maniera divertente e surreale, diventa un mindfuck totale negli episodi 4 e 5 che si sublimano nel finale metanarrativo del 6. Potete usare la parola capolavoro e risultare credibili, perché 1) lo è e 2) tanto lo abbiamo visto solo noi.
Fine. Ci vediamo alla prossima (sperando non passi così tanto tempo come tra n. 1 e n. 2)! E se pensate che qualcuno possa entrare nell’élite dei lettori/lettrici della newsletter:
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