A volte la testa si perde in ragionamenti grandiosi, a volte si fissa su qualcosa di piccolo (o relativamente piccolo nel marasma dell’entertainment odierno).
In particolare la lettura di Ultimate Spider-Man 1 di Jonathan Hickman e di Marco Checchetto mi è parsa da un lato la naturale evoluzione del percorso dello sceneggiatore, dall’altro un segnale chiaro dell’atteggiamento di Marvel, ma anche delle case editrici di fumetto, o in generale delle case editrici: non cercare di attirare nuovi lettori, ma cercare di far tornare i vecchi.
Citerò qualche brano da uno stupendo articolo del mio amico Marco Andreoletti a proposito di Secret Wars, sempre sceneggiato da Hickman: “ Se cercavate un’occasione per sfoggiare la vostra cultura enciclopedica scovando ogni minimo riferimento o inside joke inserito nelle tavole, be’, questa è la vostra occasione giusta. Probabilmente voi vi divertirete da pazzi nel rivedere quel vecchio personaggio secondario dimenticato da almeno un paio di decenni fare la sua diligente comparsata muta alle spalle dei protagonisti. Ma tutti gli altri? Quelli che non hanno interesse nel passato e dai narratori pretendono qualcosa di nuovo? […] una volta accettato il fatto che si tratta di un enorme accumulo di fan service dedicato ai nostalgici, ne sei entusiasta.”
Ecco, se l’Ultimate Spider-Man di Brian Bendis e Mark Bagley, pur dialogando ironicamente con l’originale non ne richiedeva affatto la conoscenza pregressa per essere apprezzato, e quindi permetteva davvero di poter attirare nuovi lettori, e se Miles Morales era un’incarnazione del ragno pensata appositamente per una nuova generazione, questa incarnazione di Spider-Man è l’opposto. Facciamo un passo indietro: come nasce questo “nuovo universo Ultimate", qual è il presupposto narrativo?
[da qui in poi SPOILER]
Il Maker, il Reed Richards del precedente universo Ultimate, va nell’universo Marvel tradizionale e di fatto previene la nascita di quasi tutti i supereroi. “Succedono cose”, e i supereroi ricevono i loro poteri dopo una vita passata a fare… altro.
Quindi il presupposto è che le cose verranno raccontate, di nuovo, un’ennesima volta, solo che a questo giro il presupposto è “trovare le differenze” rispetto alle precedenti iterazioni narrative. Un gioco che può funzionare per vecchi lettori, ma per i nuovi? La premessa narrativa fa talmente tanto riferimento a un “prima” (cioè la miniserie Ultimate Invasion e il one shot Ultimate Universe, e la conoscenza della storia del precedente universo Ultimate e di come è stato distrutto) che è impossibile pensare di poter capire tutto quello che accade e apprezzarlo per “quello che è”. Un esempio banale e non esaustivo: se Jameson in questa incarnazione è un bonaccione, potremmo sorridere noi “true believers” dopo decenni di storie in cui ha vessato Peter (“che bello vederlo per una volta non figlio di puttana”), ma provate a fare lo sforzo di leggerlo con gli occhi di chi non sa nulla del mondo ragnesco: è semplicemente un (molto) simpatico vecchietto, con una grande etica dl lavoro e un pizzico di cinismo. Poca roba, onestamente.
Hickman non è ingenuo. Anzi. Abbiamo a che fare con uno scrittore talmente sofisticato da trasformare un gimmick promozionale stanchissimo come le morti e le improbabili resurrezioni dei mutanti in un artificio narrativo come le resurrezioni programmate su Krakoa.
E quindi con questa consapevolezza, Hickman scrive in Secret Invasion 4, a pagina 14, e guarda caso lo fa dire al “Maker”, cioè all’artefice, che è anche il creatore di questo universo, che naturalmente è anche Hickman che l’ha ideato, cioè è lui stesso che lo sta dicendo a noi lettori: “Maybe that’s the way of things. A copy of a copy all the way down.”
Hickman, scrivendo fumetto supereroistico, da anni opera tramite 1) un processo di accumulo che prevede anche il recupero delle sottotrame più oscure tratte dagli albi più dimenticati, o 2) come in questo caso, giocando sull’idea della “iterazione narrativa che ancora non abbiamo visto”, magari quella che pensavamo non potesse funzionare, ma che rappresenta il desiderio più ingenuo (infantile) del lettore nerd. Del vecchio lettore nerd.
Guardate come inizia la serie.
Anche Scott Snyder è rimasto molto colpito da questo numero 1, e nella sua newsletter scrive al riguardo: “Si apre con Peter Parker che si sveglia ed è essenzialmente più vecchio. Sembra che abbia circa trent'anni, forse quaranta. Ma inizia con una vista della città e sta nevicando, e un'altra vista, e poi c’è scritto "Gennaio", quindi è l'inizio dell'anno. È un nuovo inizio, i primi giorni di un momento completamente nuovo.”
Ma dopo quella striscia nera, un volto e una frase: “Peter Parker, you’re not getting any younger.” Quel 1962 è lontano, quell’intuizione di Stan Lee e Steve Ditko è lontana. Possiamo provare ad applicare tutti i lifting che vogliamo, ma l’Uomo Ragno non tornerà a essere giovane: come idea, e quindi concettualmente, nella testa di Hickman in cui le cose si equivalgono, come personaggio. Snyder nella sua newsletter continua: “ci sono un milione di modi in cui avrebbe potuto iniziare, ma quello che Jon ha deciso di fare è stato iniziare con Peter che fissa lo specchio pensando alla propria vita [ma è Peter Parker o Hickman stesso?, nota mia].” e prosegue: “È solo un'execution che non abbiamo visto.” Appunto. Se non vi fidate di me, fidatevi di Snyder, che giustamente non rimarca la questione che invece questo numero 1 sembra implicare, come con i continui reboot e sequel di franchise al cinema e in TV: che tornino i vecchi (lettori/spettatori). I giovani sono dati per persi, persi nella fruizione di forme di entertainment difficilmente monetizzabili (o difficilmente per editoria e audiovideo per come sono storicamente connotati).
A copy of a copy all the way down. Chissà quando la copia sarà così sbiadita da non avere alcuna identità e alcun sapore e quindi da farci pensare che forse è il momento di smettere. Visto che Ultimate Spider-Man 1 è già andato in ristampa, pare che la volta non sia ancora questa.
Basterebbero storie/idee/soluzioni che non siano un insulto all'intelligenza, Ellis/Morrison e pochi altri, ma si anche MIllar ,erano sulla strada giusta, ma chi dirige ha preferito il rapporto tra consanguinei e il risultato si vede...
Leggo oggi una news su FMTTLGC che la marvel farà una versione x adulti di un nuovo crossover, mi sembra, quello con i vampiri, idea del secolo: più violenza.
Proprio nn ci arrivano x loro il materiale adult è: contenuti violenti, sesso e parolacce.
Siamo fermi ancora all'asilo...