Extra: Rick Rubin 2 - reprise
Niente, solo per dirvi che ho finito il libro di Rubin di cui vi ho parlato nella precedente newsletter ed è uno di quei titoli di cui se dovessi riportare tutte le citazioni che ho trovato pregnanti e con un peso specifico pazzesco, dovrei trascrivere mezzo libro, cosa che ha poco senso.
Allora farò un gioco. Immaginerò di avere ancora un diario, o un blocco per gli appunti (io appartengo alla scuola Stephen King: zero appunti, se mi scordo qualcosa non era una buona idea, se resta in testa invece lo è), e condivido in maniera caotica ma spero comunque significativa alcuni brani, per me necessari in questo momento molto complicato. La prossima newsletter sarà più tradizionale (infatti questo è un “extra” che non esce la domenica mattina come al solito).
Vi lascio con Rick (tranquill*, ha lo sguardo severo ma non vi giudica).
La vera tesi è già nell’atto innocente della percezione e della creazione. Capire questo ha un effetto liberatorio. Ci fa sentire meno sotto pressione. Possiamo preoccuparci meno del perché funziona, o se gli altri capiranno da dove partiamo. […]
Smettila di domandarti se la tua opera verrà compresa. Questi pensieri possono soltanto causare interferenza, sa per l’arte sia per il pubblico. […]
La grande arte avvia una conversazione, invece di concluderla. E spesso tale conversazione inizia per caso.
Creiamo la nostra arte per andarci ad abitare noi.
Il metro della grandezza è soggettivo, come l’arte stessa. Non esistono parametri oggettivi. Ci esibiamo per un pubblico costituito da una persona sola. […]
Paura delle critiche. Attaccamento a un risultato commerciale. Entrare in competizione con le opere precedenti. Vincoli di tempo e risorse. Il desiderio di cambiare il mondo. E qualunque altra storia che vada al di là dell’obiettivo “Voglio fare la cosa migliore che riesco a fare, qualunque essa sia” sono tutte forze che possono minare questa nostra ricerca di grandezza.
Invece di focalizzarti su quello che una determinata creazione ti potrà dare, concentrati su quale sarà il tuo contributo a quest’arte per renderla la migliore possibile, senza limiti.
Se vivi nella convinzione che il successo ti libererà dal dolore, nel momento in cui ti verrà data questa medicina e ti accorgerai che non funziona, potresti avvertire un senso di disperazione.
Se ci chiediamo se un elemento è utile all’opera, probabilmente è già il segno che conviene farne a meno.
Quando ci accingiamo a iniziare un lavoro, ricordiamoci sempre che il risultato trascende il nostro controllo.
Per il bene del prossimo progetto, dobbiamo terminare quello attuale. Per il bene del progetto attuale, dobbiamo concluderlo per lasciarlo libero nel mondo.
Se ci piace ciò che stiamo creando, non ci serve sapere il perché. A volte le ragioni sono evidenti, a volte no. E possono trasformarsi nel corso del tempo. […] Nel momento in cui creiamo delle cose che amiamo, la nostra missione è compiuta.
Non c’è nient’altro da capire.