In una settimana professionalmente terribile, non so come sia riuscito a trovare il tempo di leggere “Cinema Speculation” di Quentin Tarantino.
No, in realtà il motivo lo so: non riuscivo a smettere di leggere.
Avete presente lo scorso numero della newsletter in cui ho smontato pezzo per pezzo “The Usual Suspects”? Ecco, immaginate non l’ultimo dei fessi come il sottoscritto, ma un maestro del cinema che fa un lavoro del genere per centinaia di pagine e con una conoscenza del cinema molto più enciclopedica. Per me irresistibile, a tal punto da lottare contro il sonno e continuare a divorare pagine con gli occhi rossi e doloranti.
Ciao, questa è la newsletter di Adriano Barone e oggi parliamo SOLO di “Cinema Speculation” e di alcuni suoi corollari. Cioè, non vi recensisco il libro, vi consiglio solo di leggerlo (specialmente se scrivete storie professionalmente). Ma mi permetto anche di condividere alcune cose che mi ha regalato la lettura.
1) perdonate l’arroganza, ma… Tarantino è come me (e come Antonio Serra, con cui abbiamo letto il libro in contemporanea e con cui abbiamo fatto una lunga telefonata dicendo “Gli piacciono altre cose, ma è uno dei nostri.” Infatti potrei dirvi che questo libro è come la registrazione di dialoghi tra me e Anto, semplicemente su altri film e altre serie tv, mentre Tarantino dialoga col cinema stesso, o almeno con la sua idea di cinema). Avete presente il meme della coppia a letto con lei che pensa che lui stia pensando a un’altra e lui sta pensando a una cosa super nerd? Ecco.
Non dormiamo la notte pensando a cose che all’umanità media non fregherebbero nulla. Ma la differenza con un semplice nerd è che questi ragionamenti sulle opere altrui servono a riflettere su quello che facciamo NOI.
E quindi le domande diventano ossessive. Chiarissimo è che Tarantino si chiede LE RAGIONI PROFONDE di scelte narrative, di regia, arrivando a dettagli così micro che capisci che il cinema e il fare cinema sono questioni di vita e di morte.
Il che ci porta alla mia convinzione che solo gli autori possono dire cose interessanti sulle opere di altri autori, il che mi porta a dire che se prima l’unico libro di cinema che valeva la pena di leggere era l’intervista di Truffaut a Hitchcock, in cui un giovane maestro cerca di rubare i segreti a un grande maestro, e quindi fa domande IMPORTANTI e non quelle che fanno solitamente i giornalisti coglioni (sì, c’è qualche lodevole eccezione, ma ci siamo capiti), adesso ci sono due libri di cinema che vale la pena leggere, perché se si vuole fare cinema, "Cinema Speculation” è un testo imprescindibile.
E adesso passiamo alle cose più piccole.
2) quanto stiano sul cazzo a Tarantino i film di supereroi lo si capisce quando dice che ci fu in un decennio che non ricordo un boom di musical che poi si esaurì e spera che capiti lo stesso appunto con questo genere (che, spoiler: ormai detesto anche io, i film di supereroi si avviano al termine della fase storica in cui sono stati il genere principale del mainstream, ma che grazie alla presenza di Gunn in DC avrà qualche anno in più di vita. Da un lato bene, dall’altro, tantissime case editrici negli ultimi anni sono state create al solo scopo di vendere IP a Hollywood e se improvvisamente i produttori penseranno “Ah, i film tratti da fumetti non tirano più” prevedo un ulteriore e forse definitivo tracollo del settore, senza il traino “equivoco” dei film dell’MCU in particolare).
3) Tarantino considera i fumetti come parte integrante di una cultura personale, qualcosa che non necessita di spiegazioni. Se per tutto il libro si premura di spiegare ogni singolo dettaglio di questioni cinematografiche che sa essere poco note (ma per esempio per un lettore specializzato come me alcune sono note), quando parla in poche pagine di: Jack Kirby, Chester Gould e i fumetti della EC Comics… senza spiegare minimamente chi/cosa siano, ovviamente sgrano gli occhi. Secondo Tarantino DOVETE sapere chi è Kirby, stronzi, e LUI non ve lo spiega di certo, perché lo da per scontato. Come dicevo: uno di noi.
4) Tarantino si guarda i film, si legge le sceneggiature, si legge LE VARIE STESURE DELLE SCENEGGIATURE (l’unico critico italiano che conosca che fa lo stesso lavoro è il mitico Davide Pulici di Nocturno: leggetevi la sua raffinatissima analisi, che a sua volta si basa su un’accurata “ricostruzione”, di Milano Calibro 9, col confronto tra il film, il cut originale di Di Leo e la sceneggiatura originale), poi contatta gli autori (e qui si percepisce molto il “Io posso telefonare direttamente ai grandi del cinema perché sono miei amici, e io sono loro amico perché anche io sono un grande del cinema, e non c’è niente da discutere al riguardo, vero?”) e fa domande sui motivi di alcune scelte narrative.
E nonostante le risposte, lui più volte nel libro dice: “Non è così, perché non può essere così”, perché il film dice un’altra cosa, perché le prove, vostro onore, ci dicono altro, e se si scava in profondità, con ragionamenti da autore/narratore/cineasta e non da critico, questo altro si deduce e poi lo si trova. Le prove sono sullo schermo, e da quelle si possono fare deduzioni. Personalmente quella che ho trovato più commovente è relativa al fatto che Travis Bickle di Taxi Driver secondo Tarantino NON sia un reduce del Vietnam, ma essendo un narratore inaffidabile si è inventato questo dettaglio del suo passato e ha comprato la giacca da militare in un negozio apposito. Leggete come ci arriva e ditemi se non vi commuovete pure voi.
5) La rabbia che Tarantino prova nei confronti di uno sceneggiatore/regista che secondo lui ha toppato un film mi ha dato una scossa morale e professionale che mi ha fatto deglutire. Alla giustificazione di Schrader (il film in questione è suo) “Sono i produttori che mi hanno costretto”, Tarantino risponde (più o meno, vado a memoria): “Meglio lottare per fare il film che vuoi o passare i trent’anni successivi a difenderti dalle accuse di avere fatto un film di merda che però non volevi fare così?”
Forse non tutti possono permettersi di avere la schiena così dritta come Quentin, ma è la posizione che da autori dovremmo avere il coraggio di tenere, tutte le volte che possiamo.
Ed è tutto. Non vado oltre, con la speranza di riuscire a mantenere un ritmo di pubblicazione della newsletter meno aperiodico (ma la vedo grigia, settimana prossima c’è il FEFF, e dopo devo andare al Napoli Comicon dove - altro spoiler - ci sarà in anteprima Mr. Evidence 2!).
Quindi concludo con la splendida copertina che Carmine Di Giandomenico ha fatto per noi anche questa volta, e se non passate a Napoli, l’appuntamento in libreria è per il 12 maggio!