Per i creativi, agosto è il mese più crudele. O hai messo da parte abbastanza lavoro da farti una “vacanza” che è comunque sempre auto-sabotata dal capitalismo introiettato (“Sto perdendo tempo e dovrei lavorare”) o fai istericamente F5 sull’Inbox dell’email e guardi ossessivamente le app di messaggistica aspettando un’improbabile risposta sui progetti aperti dei clienti che si godono le loro, di ferie, o prepari progetti che sono finiti molto prima dell’arrivo di inizio settembre e comunque non puoi inviarli perché sono tutti via tranne te “e quindi ora che faccio?”
Oppure come nel mio caso, hai un progetto, viene bloccato per due settimane per questioni editoriali, quindi stai fermo due settimane, e un lavoro che avresti consegnato liscissimo per fine agosto diventa una corsa della morte.
Sulla mia lapide scrivete “Tentavit.” (in latino: “Ci ha provato.”)
Ciao, sono Adriano Barone e questa è la mia doomletter, interrotta per giramento di scatole da un po’, e che forse riprenderà (comunque con la consueta aperiodicità).
Diciamoci la verità, anche lo stallo nelle trattative contrattuali con conseguente sciopero (che sono diventati due dall’ultima newsletter, WGA e SAG-AFTRA) a Hollywood non è che mi invogli molto a fare il solito aggiornamento sulle streaming wars, considerato che le mie previsioni sul futuro assetto di Hollywood sono state confermate già da giornalisti e operatori del settore molto più quotati di me (molto meno lavoro meglio pagato per chi resta - un sacco di professionisti entry level, economicamente distrutti dallo sciopero, hanno lasciato sia la carriera che L.A.- , scomparsa delle figure junior e - quantum leap predittivo, già espresso in passato - scomparsa dei lavori creativi intesi come professioni nel giro di una generazione o due, causa mancato ricambio generazionale in combo con l’uso dell’AI).
Di AI si dovrebbe parlare in contesti molto più ampi, in realtà, e non solo nel ristretto campo dei lavori artistici (questa conferenza di marzo, già terribilmente obsoleta, dà una vaga idea di quel che ci aspetta se non si regolamenta subito e in maniera molto dura [lasciate stare che i due speaker siano TERRIBILMENTE prevenuti e supponenti: accostare Q-Anon e Anti-fa onestamente mi ha fatto vomitare).
A livello internazionale, la crisi economica cinese (sull’argomento ascoltate AltriOrienti dell’ottimo Simone Pieranni per capirne di più) intrinseca al proprio sistema di sviluppo, in un’economia mondiale in cui tutto è interdipendente, non lascia presagire niente di buono per il prossimo futuro.
Inutile dire che la crisi economica cinese e la corsa all’AI, oltre alla crisi climatica che sappiamo benissimo essere attribuibile per lo più a poche aziende petrolifere, sono un cumulo di risultati di tardo-turbocapitalismo giunto alla fase in cui il sistema prevale sul benessere dei singoli (la continua nascita di sindacati in USA in questo periodo non è casuale, come non è casuale il tentativo di distruggerli sistematicamente perpetrato in Italia dai governi Berlusconi in poi [l’Italia meriterebbe un capitolo a parte, con la progressiva eliminazione di sanità pubblica e i 57 milioni in meno destinati al ministero dell’istruzione nei prossimi tre anni da parte dell’attuale governo]).
[A proposito di scioperi, adoro l’idea che SAG-AFTRA possa scioperare anche contro le aziende di videogiochi (mi pareva strano che fossero immuni alla tempesta in corso).]
“OK, ma qualcosa di bello non ce lo dici? Solo notizie deprimenti? Basta mi disicrivo.”
Va bene, faccio uno sforzo.
Fatto.
La lettura che ho trovato più interessante quest’estate è stata “La letteratura fantastica giapponese antica, moderna e contemporanea” di Massimo Soumaré (Lindau):
La prima cosa che mi ha stupito è che alcuni anime che pensavo fossero originali… non lo sono, ma sono basati su romanzi. Se nomi come Hideyuki Kikuchi mi erano noti, dato che era un nome che ricorreva in Vampire Hunterd D, Demon City Shinjuku, Wicked City/La città delle bestie incantatrici, Darkside Blues…
… non avevo idea che anche Crusher Joe fosse tratto da un romanzo, e che fosse ambientato nello stesso universo di Dirty Pair, dato che l’autore è lo stesso, cioè Haruka Takachiho.
E neanche che Neo Tokyo/Manie-Manie - I racconti del labirinto fosse tratto dai racconti di Taku Mayumura, dalle cui opere del resto è tratto anche il film (sempre anime) Psychic School Wars. E che Paprika di Satoshi Kon fosse tratto da un romanzo? Mi sono distratto e non me n’ero accorto, ma che fosse scritto dallo stesso autore de La ragazza che saltava nel tempo, ovvero Yasutaka Tsutsui, mi ha lasciato basito. E l’elenco potrebbe proseguire a lungo (ma in realtà il gioco è semplice: se un anime non è tratto da un manga, verificate e il 99% delle volte sarà tratto da un romanzo/serie di romanzi/light novel).
E F5, “basito”, è stata anche la reazione di fronte:
1) alla quantità spropositata di volumi venduti in Giappone legati alla narrativa di genere (alcune saghe arrivano a vendite di milioni di copie, ma proprio con serenità);
2) alla quantità spropositata di volumi scritti da un singolo autore, a volte di una stessa saga (un paio di esempi: 33 per Vampire Hunter D, 147 più 26 side-story per Guin di Kaoru Kurimoto; l’autrice è defunta, ma la saga continua scritta da altri autori), cosa che mi fa pensare a un mercato eufemisticamente anomalo, dato che è impensabile che un qualsiasi paese occidentale possa anche solo assorbire - a livello di lettori - questa quantità di romanzi;
3) l’assoluta facilità con cui gli scrittori NON sono affatto costretti a rimanere intrappolati in un unico genere per questioni di riconoscibilità presso il pubblico, ma passino senza problemi da uno all’altro (e da un target all’altro), senza il bisogno di usare uno pseudonimo (a volte succede, eh), come in Occidente;
4) l’assoluta facilità con cui i generi vengono mescolati rendendo davvero faticoso incasellare in un “genere puro” tantissimi prodotti (e questo “da subito”, ovvero appena l’incontro con certi testi occidentali ha generato questa letteratura), che comunque vendono tantissimo.
Chiaramente i passaggi storici sono interessantissimi, come ad esempio le “date di arrivo” sul suolo nipponico del fantasy (sostanzialmente negli anni ‘80 grazie a videogiochi e giochi di ruolo, giusto 50 anni dopo Conan il Barbaro o 30 dopo Il signore degli anelli) o della figura del vampiro attraverso il film Dracula della Hammer e non tramite il romanzo di Stoker (che anche con i riferimenti al folklore sulla figura del vampiro, di fatto ne codifica l’aspetto moderno, ed era quindi già un’operazione intellettuale e sofisticata, non una semplice emanazione colta del folklore stesso).
Ma i punti 1, 2, 3 e 4 di cui sopra, da italiano, mi hanno fatto, diciamo così, inarcare il sopracciglio più di una volta, pensando alle condizioni del nostro mercato letterario.
Vorrei dire anche che avevo cominciato il rewatch di Doctor Who in vista degli Speciali del sessantennale con il ritorno di Russell T. Davies come showrunner, ma Prime ha ben pensato di togliere la serie da catalogo. Tanto ho i cofanetti in DVD, tiè (e penso che il ritorno alla collezione personale - fisica o digitale - sarà la soluzione che adotteranno molti utenti, visti i rincari recenti dei servizi di streaming e le improvvise cancellazioni di titli). Incredibilmente, d’altro canto, Prime Video Italia ha caricato la miniserie BBC del 1979 tratta da Tinker Tailor Soldier Spy/La talpa di Le Carré. Un gioiello spy story che vi consiglio di vedere (su Prime se fate in tempo prima che tolgano anche questo senza preavviso, altrimenti lo trovate facilmente in home video). Ehi, un’altra cosa bella!
Riletture in corso per entrare nel mood della storia che sto scrivendo: l’intera run di Grant Morrison della Doom Patrol, la più grande run su un fumetto popolare mai realizzata. Se non ne siete in possesso, Panini l’ha rieditata in un Omnibus, ed è uno dei pochi volumi che devono essere presenti in qualsiasi libreria di chi si consideri amante del buon fumetto.
Basta, tre segnalazioni di cose belle mi guastano il cattivo umore, pronto a peggiorare col tritacarne di settembre che inizia ufficialmente domani.
Trovate la bellezza e la gioia dove potete (di solito libri, fumetti e serie tv del passato funzionano bene allo scopo), il momento storico ne è particolarmente avaro.
Alla prossima, con pessimismo in omaggio sempre garantito.